Federica Pellegrini svela il lato più fragile della maternità: il parto difficile, la paura e i momenti bui dopo la nascita di Matilde.
L’ex campionessa di nuoto Federica Pellegrini è tornata a raccontarsi senza filtri, affrontando uno dei momenti più difficili della sua vita: la nascita della figlia Matilde. A distanza di quasi due anni da quel giorno, la “Divina” ha deciso di condividere con il pubblico il lato più fragile e umano della maternità, tra paure, dolore e una profonda stanchezza che l’ha portata “a un passo dalla depressione”.
La vicinanza del marito Matteo Giunta
Nel libro In un tempo solo nostro, scritto a quattro mani con il marito Matteo Giunta e in uscita l’11 novembre, Federica Pellegrini ripercorre le emozioni e i momenti drammatici del parto. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, la campionessa ha ricordato il travaglio come un’esperienza estrema: “Difficilissimo. Forse è quello che ha innescato i problemi venuti dopo. Sono state 48 ore di follia”.
Matteo Giunta, suo ex allenatore e oggi compagno di vita, è rimasto al suo fianco per tutto il tempo, sostenendola in un susseguirsi di tentativi e difficoltà. “Matteo è sempre stato con me, è stato incredibile il suo supporto. Ho avuto contrazioni molto forti, dovevano essere quelle di preparazione ma erano già potentissime”, ha raccontato Pellegrini, ricordando il momento in cui i medici decisero di intervenire d’urgenza: “A un certo punto si è perso il battito della bambina. E il chirurgo ci ha detto: non ha senso aspettare, andiamo in sala operatoria”.

Dopo il cesareo d’urgenza, la nascita di Matilde – avvenuta il 3 gennaio 2024 – ha rappresentato una nuova sfida emotiva e fisica per la nuotatrice, che ha dovuto fare i conti con la vulnerabilità del post partum.
Federica Pellegrini e il dramma dopo il parto
Federica Pellegrini ha raccontato anche di aver vissuto settimane molto delicate dopo il parto, sfiorando una vera e propria depressione post partum. “Sono stata vicina alla depressione. Credo sia iniziato tutto da un parto così complicato”, ha confessato. “La prima notte in ospedale, guardando mia mamma, mi sono messa a piangere. Non sapevo perché. Poi, ogni sera, alla stessa ora, scoppiavo in un pianto dirotto”.
Con l’aiuto del marito e della famiglia, ha scoperto che si trattava di baby blues, una forma più lieve ma comunque dolorosa di disagio post parto: “Per fortuna non è mai sfociato in una depressione vera e propria, ma è appena un gradino sotto. Anche gestire questa cosa non è stato facile”.
Oggi, la campionessa guarda con serenità a quel periodo, consapevole di averlo superato grazie all’amore di Matteo e alla forza ritrovata nel legame con la figlia: “Allattare mi faceva stare meglio, anche se aggiungeva altra fatica. E poi Matilde nei primi due mesi non ha mai avuto sonno”.